11 aprile 2009

conosciamo i curatori di My World, Giuliana Tammaro e Francesco Liggieri

E concludiamo la sezione interviste con quelle dei curatori Giuliana Tammaro e Francesco Liggieri...
Troverete tutti questi contenuti nel nostro catalogo My World al costo di 10 euro oggi alla serata di inaugurazione e al costo di 15 a fine mostra (25 aprile '09).

eccoci qui!

Giuliana Tammaro:

1- quando e dove produci la tua arte?

dipingo quando ho la testa sufficientemente libera dai pensieri della vita quotidiana (università soprattutto)... dove? fino a prima di trasferirmi a Venezia, nel salotto di casa mia, sotto lo sguardo ricco di giudizi degli altri abitanti della casa (i genitori)...
ora che sto a Venezia ho da poco ritrovato l'energia per usare pennello e colori e dipingo nel salotto/entrata di casa, o sul divano o in piedi appoggiata alla libreria e sempre sotto lo sguardo ricco di giudizi degli altri abitanti della casa (le coinquiline).
ora come ora, per sopportare l'impossibilità di dipingere con frequenza, fotografo con la mia Canon, la porto ovunque posso, per non perdermi nessun istante prezioso.

2- quale ritieni sia l'opera più rappresentativa della tua produzione o che preferisci

di pittura sicuramente Sometimes Dreams Are So Heavy, opera che mi ha aperto molte porte e che riassume in un'unica immagine ciò che sta dietro la mia produzione artistica: il sogno.

3- condividi la tua ricerca con qualcuno o ti ritieni un solista

condivido più che posso con chi riesce a darmi qualcosa, anche quello che può sembrare più insignificante ad uno sguardo disattento per me ha valore.
discuto dei massimi sistemi dell'arte e delle cose più inutili che costellano l'esistenza di ognuno di noi con tutte le persone che ritengo intelligenti... questo mi aiuta a tenere sempre in movimento la mente, perchè non si atrofizzi e non s'incastri nei ritmi banali legati alle necessità quotidiane.

4- qual è stato, se l'hai vissuto, il periodo più difficile del tuo percorso fino ad ora

le prime porte in faccia mi hanno fatto stare male... il vedere come il sistema dell'arte sia viziato mi fa sempre stare male ed è anche per questo che con Francesco abbiamo creato My World, per portare qualcosa di nuovo, dove le raccomandazioni non funzionano ma solo la qualità nel lavoro di ognuno.
i momenti più difficili sono quelli in cui sento l'impossibilità di esprimermi come vorrei.

5- quali sono stati i punti di svolta che hanno fatto crescere la tua arte

il periodo che ho passato a Milano a cavallo tra il 2006 e il 2007 è stato importantissimo... ho scoperto il mio mondo interiore e gli ho dato il giusto peso.
inoltre il confronto con il mio ragazzo è ciò che mi permette di non annoiarmi mai, di rinnovare ogni giorno il mio pensiero; le persone di cui ci si circonda credo siano fondamentali, sono loro i veri e propri punti di svolta.


Francesco Liggieri:

1- quando e dove produci la tua arte?

Dipingo la notte prima di dormire o di mattina presto, non riesco a farlo nel resto della giornata, il giorno mi serve per fare le cose normali, la notte e le prime ore del giorno per fare pittura, generalmente mi basta solo un cavalletto che sposto a seconda della luce che c’è nelle stanze di casa. La luce nei miei quadri è molto importante.

2- quale ritieni sia l'opera più rappresentativa della tua produzione o che preferisci?

Con molta probabilità quella che preferisco è “a style for anabolic life”; con quel lavoro ho sterzato verso un altro tipo di pittura e di vedere la pittura, da lì in poi sono diventato uno scrittore di immagini, un pittore.
La più rappresentativa, quella che facilmente si può dire: “ quello l’ha fatto Francesco “ è la serie “Acquiescence” (che comprende 30 acquarelli monocromi di un viso che si cancella e si ricostruisce in serie e i due quadri finali dove mostro chi è il viso degli acquarelli), scelgo quello perchè l’ho realizzato in un paio di ore circa, in uno sgabuzzino dove lavoravo allora come portinaio di albergo.

3- condividi la tua ricerca con qualcuno o ti ritieni un solista?

Lavoro da tre anni con sei artisti con il quale condivido l’avventura del Collettivo Rapido, gruppo di cui sono fondatore. L’amicizia e il rispetto che nutro nei confronti dei colleghi del Collettivo, mi permette comunque di mandare avanti le mie mostre in maniera autonoma.
4- qual è stato, se l'hai vissuto, il periodo più difficile del tuo percorso fino ad ora?

Non ho avuto momenti difficili, per me la pittura è un modo di essere, di esprimermi. Fino a quando mi divertirò a dipingere difficilmente vivrò momenti di difficoltà artistica.

5- quali sono stati i punti di svolta che hanno fatto crescere la tua arte?

Il dopo accademia mi ha svincolato da molti accademismi stupidi e inutili che mi hanno bloccato per troppo tempo. Dopo la tesi mi sono sentito un pittore nuovo.


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